La fame nervosa è un fenomeno comune che colpisce molte persone in diverse fasi della vita. Anche se non è una condizione medica ufficialmente riconosciuta, la fame nervosa può avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere di una persona. Si tratta di un’esperienza in cui l’impulso di mangiare diventa incontrollabile, indipendentemente dalla reale necessità di nutrimento del corpo. Spesso, durante episodi di fame nervosa, si tende a consumare cibi ad alto contenuto calorico e poco salutari, come dolci, snack salati o cibo spazzatura.
La fame nervosa è spesso scatenata da emozioni negative come lo stress, l’ansia, la tristezza o la noia. In situazioni di stress o tensione emotiva, il cibo può diventare una forma di conforto e di distrazione momentanea, in cui si cerca sollievo o gratificazione. Molte persone finiscono per sviluppare un legame emotivo con il cibo, associandolo a momenti di piacere o a una via di fuga dalle difficoltà della vita quotidiana. Questo condizionamento psicologico può portare a un circolo vizioso in cui la fame nervosa diventa una risposta automatica a situazioni stressanti o sgradevoli.
Inoltre, la noia e la monotonia possono contribuire alla comparsa della fame nervosa. Quando ci si sente annoiati o insoddisfatti della routine quotidiana, il cibo può diventare un modo per riempire il vuoto e trovare un momento di gratificazione immediata. La scelta di cibi poco salutari può essere anche un tentativo di spezzare la monotonia o di rendere più piacevole un momento noioso.
Tuttavia, è importante sottolineare che la fame nervosa non è solo una questione di volontà o autocontrollo. Le ragioni sottostanti possono essere complesse e coinvolgere fattori emotivi, psicologici e anche neurochimici. Per limitare l’impulso incontrollabile della fame nervosa, è necessario comprendere le sue cause e adottare strategie efficaci per affrontarla.
Nel resto di questo articolo, potrai conoscere le cause che provocano la fame nervosa in modo più dettagliato e trovare suggerimenti pratici su come limitare l’impulso incontrollabile di mangiare, promuovendo un rapporto più sano con il cibo e il benessere generale.
Fame nervosa: che cos’è?
La fame nervosa, da non confondere con l’appetito, è conosciuta anche come fame emotiva ed è un desiderio incontrollabile di mangiare non legato alla reale necessità di nutrimento del corpo. Spesso si manifesta come un impulso improvviso e incontrollabile di ingerire cibi ad alto contenuto calorico e poco salutari. La fame nervosa è generalmente scatenata da emozioni negative come lo stress, l’ansia, la tristezza o la noia.
Si prova questa sensazione di vuoto quando il nostro stomaco e il nostro intestino non ricevono cibo da tanto tempo. Nello specifico, il nostro apparato gastrointestinale produce degli ormoni, tra cui la grelina, per comunicare tale situazione al cervello, che poi prende la decisione se mangiare o meno.
La fame nervosa, invece, nasce direttamente nel nostro cervello: non dipende dai segnali ormonali di fame e sazietà.
Il bisogno della fame nervosa è solitamente improvviso e urgente!
Cause della fame nervosa
- Stress ed emotività: lo stress cronico può portare a un aumento del desiderio di cibi ad alto contenuto di zucchero e grassi. Il cibo diventa un modo per alleviare lo stress e ottenere una momentanea sensazione di piacere.
- Condizionamento psicologico: spesso, nel corso della vita, siamo stati premiati o consolati con il cibo, creando un legame emotivo con lo stesso. Di conseguenza, quando siamo emotivamente turbate, potremmo cercare conforto nella comida.
- Noia e routine: la noia può portare alla fame nervosa, poiché il cibo può fornire una distrazione e un senso di soddisfazione momentanea. Inoltre, le routine alimentari salutari e monotone possono farci desiderare cibi “spazzatura” per spezzare la noia.
Quali differenze ci sono tra fame fisiologica e fame emotiva?
Durante un attacco di fame nervosa, si tende a preferire cibi pronti e di bassa qualità, come snack, dolci, patatine e salatini, noti come “Comfort Food“. Questi cibi appagano rapidamente l’organismo, alleviando lo stress e la tensione. Al contrario, quando si ha fame fisica, si è più inclini a scegliere cibi preferiti o anche opzioni considerate sane. Durante la fame nervosa, si è attratti principalmente da cibi ricchi di grassi, sale o zuccheri. Questo comportamento può rappresentare un problema per la salute, poiché il consumo eccessivo di tali ingredienti comporta diversi rischi.
I formaggi hanno un’attrattiva particolare durante un attacco di fame nervosa. Durante la loro digestione, si producono piccole quantità di peptidi chiamati caseomorfine, che hanno un’azione simile agli oppioidi nel nostro organismo.
Quando si ha fame, il senso di soddisfazione arriva quando lo stomaco è pieno e smette di produrre grelina, l’ormone che stimola l’appetito. Durante la fame nervosa, invece, questo meccanismo potrebbe non funzionare correttamente, e si può continuare a mangiare anche dopo aver raggiunto la sazietà fisiologica. Questo comportamento di mangiare in modo incontrollato e veloce può generare un senso di colpa, che di solito non si verifica quando si mangia per soddisfare una reale necessità fisiologica.
Come limitare la fame nervosa
Per contrastare la fame nervosa e riattribuire al cibo il suo ruolo fisiologico, è fondamentale affrontare questo problema con la dovuta attenzione, poiché le conseguenze possono essere negative per la nostra salute, sia fisica che psicologica. È comune che la sensazione di fame persista anche dopo aver mangiato e aver raggiunto la sazietà. Il nostro corpo e la nostra mente possono inviare segnali contrastanti. Pertanto, è importante intervenire con un percorso, che sia da autodidatta o supportato da uno psicoterapeuta, che lavori sulle sensazioni.
Lo scopo è quello di riappropriarsi della capacità di distinguere tra fame e sazietà, tra un bisogno alimentare e uno emotivo. Vediamo come.
- Consapevolezza
Il primo passo per gestire la fame nervosa è diventare consapevoli dei propri schemi alimentari. Tieni traccia degli episodi di fame nervosa, potrà aiutarti a individuare modelli e trigger specifici in cui ricadi.
- Identificare le emozioni
Imparare a riconoscere e gestire le emozioni negative può aiutare a prevenire la fame nervosa. Esplora alternative salutari per affrontare lo stress, come la meditazione, l’esercizio fisico o la scrittura di un diario.
- Fare scelte alimentari consapevoli
Quando si avverte la fame nervosa, è utile fare una pausa e valutare se si è realmente affamati o se si tratta di una risposta emotiva. Scegli alimenti sani e bilanciati per contribuire a soddisfare il tuo bisogno di cibo senza eccedere nelle calorie vuote.
- Distogliere l’attenzione
Trovare attività alternative per distrarsi dalla fame nervosa può aiutare a ridurre l’impulso di mangiare. Prova a fare una passeggiata, a leggere un libro, a fare una doccia o a chiacchierare con un amico.
- Creare una routine equilibrata
Mantenere una routine equilibrata di sonno, esercizio fisico e pasti regolari può aiutare a ridurre la probabilità di avvertire la fame nervosa. Assicurati di mangiare pasti nutrienti e bilanciati che soddisfino le esigenze del tuo corpo.
Quali sono le conseguenze della fame nervosa?
La fame nervosa può avere conseguenze negative sia a livello fisico che psicologico. Dal punto di vista fisico, il consumo eccessivo di cibi di bassa qualità, ricchi di grassi, sale e zuccheri, può portare all’aumento di peso, all’accumulo di grasso corporeo e all’aumento del rischio di sviluppare malattie come l’obesità, il diabete di tipo 2 e l’ipertensione. Inoltre, l’abuso di cibi poco salutari può compromettere l’equilibrio nutrizionale generale, portando a carenze vitaminiche e minerali.
Dal punto di vista psicologico, la fame nervosa può scatenare un ciclo dannoso di emotività negativa. Mangiare in modo incontrollato e senza soddisfare veramente i bisogni emotivi può causare sensi di colpa, vergogna e un senso di perdita di controllo. Questo può alimentare ulteriormente lo stress e l’ansia, creando un circolo vizioso in cui la fame nervosa diventa un modo inefficace per far fronte alle emozioni.
Inoltre, la fame nervosa può influire sulla percezione del corpo e sull’autostima. Il peso corporeo può aumentare a causa dell’abuso di cibi poco salutari, generando insicurezze e insoddisfazione in relazione al proprio aspetto fisico. Ciò può avere un impatto significativo sulla salute mentale, portando a disturbi dell’umore, bassa autostima e problematiche legate all’immagine corporea e alle capacità relazionali in genere.
La fame nervosa può degenerare inoltre in un disturbo del comportamento alimentare noto come bulimia. La persona che ne soffre si ritrova a mangiare grandi quantità di cibo in poco tempo, sotto l’effetto di raptus incontrollabili. Questo impulso può trasformarsi in un’ossessione comportamentale. Il momento successivo all’abbuffata fa sentire profondamente in colpa e, a compensazione, si ci provoca il vomito o ci si costringe ad allenamenti fisici sfiancanti e per lunghe ore.
Se pensi di soffrire di questo disturbo, rivolgiti ad un professionista che ti supporti nella risoluzione tempestiva per il riprendere in mano le redini della tua vita più forte di prima e fuori da questo circolo vizioso che è la bulimia.
Non bisogna vergognarsi.
Ci sono periodi nella vita che ci predispongono ad essere più fragili, più sensibili emotivamente e, pertanto, più esposte alla fame nervosa. L’adolescenza, un lutto, una situazione familiare non appagante… sono tutte situazioni che possono portare forte stress! Qualunque sia il motivo che ti spinge a mangiare compulsivamente, si può imparare a controllare il meccanismo del cervello che ti spinge alla fame nervosa”.
Curiosità: l’intestino è un secondo cervello
Il nostro sistema nervoso enterico (l’intestino appunto) comunica direttamente col sistema nervoso centrale (il cervello). Lo scambio che avviene tra i due sistemi determina il tuo benessere generale, sia fisico che psicologico.
E’ stato osservato che lo stress mentale e i pensieri negativi possono attivare i circuiti dell’ansia e della paura, che a loro volta possono influenzare la motilità intestinale. D’altra parte, l’infiammazione intestinale può avere diversi meccanismi che contribuiscono a sviluppare alterazioni del sistema nervoso centrale, inclusa una possibile carenza di serotonina, l’ormone associato al buonumore. Questi processi possono contribuire all’insorgenza di sintomi ansiosi o depressivi.
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