Nel Paleolitico, i cacciatori raccoglitori dovevano procurarsi il cibo ogni giorno, sfidando le intemperie del clima, gli animali pericolosi, i luoghi impervi che abitavano… Mille pericoli per riuscire a sfamarsi e ad avere le energie necessarie per la vita.
Oggi, invece, abbiamo l’enorme fortuna di trovare qualunque tipologia di alimento, dalla verdura dell’orto, alle carni d’allevamento, al pesce fresco, direttamente nei banchi del supermercato. Ciò significa, innanzitutto, che non moriremo sicuramente di fame e, in secondo luogo, non dobbiamo fare alcuno sforzo per reperire il cibo necessario per nutrirci. Tant’è che finiamo spesso per mangiare in abbondanza, ben oltre le dosi bilanciate di una dieta sana ed equilibrata.
Il problema dei giorni nostri, quindi, non sta più nel reperimento del cibo, ma nella scelta di ciò che vogliamo mangiare.
Come attuiamo la selezione del cibo
Quando andiamo al supermercato la scelta di cosa mettere nel carrello è piuttosto complessa. Tutti i nostri cinque sensi vengono attivati e il nostro cervello si appresta a selezionare ciò che ci aggrada di più.
Guardiamo la merce sugli scaffali, annusiamo e tastiamo i prodotti… Il marketing pubblicitario influisce a suo modo, la disposizione dei prodotti sugli scaffali anche.
Le scelte che ciascuno di noi compie sono condizionate da tanti fattori, tra cui l’ambiente in cui viviamo, le dinamiche sociali a cui siamo abituate ed anche la nostra cultura.
Perché siamo attirati dal cibo spazzatura e dai dolci
Il cibo spazzatura ha un’attrattiva irresistibile per molte persone, e ciò può essere attribuito a diversi motivi. Uno dei principali è il suo sapore intenso. Il cibo spazzatura è spesso caratterizzato da gusti forti e irresistibili, come dolcezza, salinità e grasso. Questi sapori possono essere altamente gratificanti per il nostro palato, stimolando le papille gustative e creando una sensazione di piacere immediato.
Inoltre, il cibo spazzatura offre anche una grande comodità e praticità. È facilmente accessibile e richiede poco tempo e sforzo per essere consumato. Le catene di fast food e gli snack confezionati sono disponibili ovunque, offrendoci un’opzione di nutrirci velocemente e in modo goloso per soddisfare la fame o i desideri improvvisi, senza dover cucinare o preparare un pasto completo.
Da un punto di vista psicologico, le nostre preferenze per il cibo spazzatura possono risalire all’infanzia. Le connessioni tra determinati alimenti e momenti di piacere o gratificazione possono creare abitudini alimentari radicate che persistono anche in età adulta. Inoltre, il potente impatto della pubblicità e del marketing delle grandi catene di fast food può influenzare le nostre scelte alimentari, spingendoci verso il consumo di cibo spazzatura.
Il cibo spazzatura può anche scatenare una risposta emotiva positiva. Il suo consumo può essere associato a momenti di svago, conforto o socializzazione. Le connessioni emotive che sviluppiamo con il cibo possono rendere difficile resistere al richiamo del cibo spazzatura, anche se siamo consapevoli dei suoi effetti negativi sulla salute.
Inoltre, gli ingredienti e le texture dei cibi spazzatura sono progettati per soddisfare i nostri sensi. La combinazione di ingredienti gustosi e la piacevolezza delle texture, come il formaggio fuso su una pizza o la croccantezza delle patatine, può creare una sensazione di piacere sensoriale cui può essere difficile resistere.
Gli adolescenti hanno la corteccia prefrontale non ancora del tutto sviluppata, questo fa sì che non sanno resistere alla tentazione del cibo del fast food. La corteccia prefrontale, infatti, è l’area del cervello responsabile del ragionamento, della pianificazione e del controllo degli impulsi. Le aree cerebrali coinvolte nelle emozioni e nei desideri, come il sistema di ricompensa, sono già attive anche nei giovani in età adolescenziale. Queste due condizioni di sviluppo scatenano la voglia di ricompensa senza poterne controllare l’impulso.
Le grandi catene hanno saputo investire bene nella pubblicità e nel marketing creando un business mondiale da capogiro in termini di redditività. Le immagini con le quali propongono i prodotti sono molto attrattive per i giovani, che reagiscono nel vederle proprio come un fumatore reagisce davanti a immagini di sigarette o a qualcuno che fuma: quelle che vengono attivate sono le stesse aree cerebrali dei dipendenti da nicotina o da stupefacenti. Di conseguenza, i ragazzi possono reagire a queste immagini con un forte desiderio di consumare il cibo offerto.
Quando abbiamo terminato un lauto pasto e ci consideriamo sazie, possiamo essere invitate a mangiare un dolce:
siamo ancora sicure di sentirci sazie o un posticino per il dolce lo troviamo?
La risposta è quasi sempre a favore del dessert. C’è sempre posto per il dolce!
Questo avviene sia perché il cibo dolce ha caratteristiche molto diverse da quello che abbiamo appena ingerito: gusto, odore e consistenza influiscono sul nuovo appetito del momento. Inoltre, ciò che influisce sulla nostra decisione di concederci l’alimento dolciario è un aspetto di “ricompensa” e di piacere che ci procura mangiarlo.
Le papille gustative sulla nostra lingua sono molto ricettive ai dolci, sin da quando eravamo in fasce siamo state abituate al latte materno, che ha un sapore dolciastro. La gratificazione che proviamo nel mangiare un dolce ha radici profonde e il nostro cervello innesca dei meccanismi di reale godimento: aumenta infatti la produzione di serotonina, anche detto neurotrasmettitore della felicità e del benessere.
Interessante anche l’idea della ricompensa…
In una persona equilibrata, quando sceglie di concedersi un dolce, il cervello produce dopamina (neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del piacere, della motivazione e delle emozioni). Nel momento in cui si finisce di mangiare il dolce, la produzione di dopamina cessa e la persona riesce a passare ad altro.
Le persone che, invece, riscontrano problemi legati all’alimentazione, possono sentire la necessità di ripetere in modo incontrollato ed eccessivo l’assunzione di cibi dolci. Questi cibi sono ricchi di grassi e zuccheri e, pertanto, molto calorici. Se assunti in misura spropositata possono causare gravi patologie, come l’obesità e il diabete.
E’ importante avere la consapevolezza che il consumo eccessivo di dolciumi e cibo spazzatura può avere conseguenze negative sulla salute! Cercare di mantenere un equilibrio nella dieta e cercare alternative più salutari per soddisfare il desiderio di dolcezza, come la frutta fresca o gli alimenti dolcificati naturalmente è l’unica soluzione per “fregare” il cervello.
Mangiare in compagnia modifica le nostre abitudini alimentari
Quando mangiamo al ristorante o quando siamo invitate a cena a casa di amici siamo portate a mangiare molto di più della norma.
Questo accade per diversi motivi:
- siamo distratti dalle chiacchiere e dalla compagnia e la nostra attenzione non è rivolta al cibo che ingeriamo, per questa ragione non siamo pienamente consapevoli delle quantità e il nostro cervello non recepisce con chiarezza il messaggio;
- mangiare con altre persone crea un’atmosfera di condivisione e interazione sociale. Questo può aumentare il piacere complessivo del pasto, poiché si tratta di un’esperienza condivisa che coinvolge conversazioni, risate e connessione emotiva;
- il cibo proposto è più condito e gustoso rispetto a quello che potremmo preparare a casa, perciò già di per sé più calorico;
- se siamo in compagnia di persone che si abbuffano, saremo portate a nostra volta a conformarci agli altri, per meccanismi di facilitazione sociale che ci portano a cambiare il nostro comportamento;
- è facile che si accompagni al pasto del vino o degli alcolici, che non fanno altro che aumentare la quantità di calorie immesse nell’organismo;
- il senso di colpa è zittito dal fatto che siamo in compagnia di chi ha mangiato la stessa quantità di cibo o una quantità maggiore.
La stessa dinamica si ripete se quando mangiamo siamo distratte da altro. Se, ad esempio, ceniamo davanti alla tv o pranziamo in ufficio davanti al pc, la percezione del cibo ingerito è differente. Potremmo ritrovarci a percepire di nuovo la fame dopo poco tempo oppure potremmo mangiare molto di più di quanto necessario.
Come influiscono i 5 sensi nel piacere di mangiare
Mangiare un cibo, qualunque esso sia, coinvolge tutti i nostri sensi. In che modo?
Vista
L’aspettativa su ciò che mangeremo è differente in base a quello che i nostri occhi vedranno.
Il colore e la dimensione del piatto, il colore del cibo stesso, la forma in cui esso si presenta sono tutte condizioni che influenzeranno il nostro grado di soddisfazione. Ad esempio, il colore del cibo preferito potrebbe essere il rosso: un piatto di fragole risulta appetitoso agli occhi. Quello meno gradito è facilmente intuibile, perché è quello odiato da tanti bambini! E’ il colore verde, ossia quello delle verdure…
Consiglio in cucina: crea un piatto che sia bello da vedere curandone la presentazione. Gioca con colori vivaci, forme interessanti e disposizioni artistiche per stimolare l’appetito.
Olfatto
Chi entrando nella cucina della mamma o della nonna non sa riconoscere immediatamente i piatti in preparazione?
La nostra capacità sensoriale di attivare aree del cervello sensibili agli stimoli odorosi è riconoscibile da tutti. Spesso un odore può richiamare alla mente esperienze vissute, cibi adorati ed emozioni irripetibili. L’olfatto, quindi, ci consente di valutare un piatto dal profumo che emana e manda al cervello le informazioni utili a capire se ci sarà più o meno gradito.
Consiglio in cucina: utilizza ingredienti freschi e aromatici, come erbe, spezie e agrumi, per creare piatti con fragranze deliziose che anticipino il gusto.
Gusto
Il gusto è soggettivo e varia da persona a persona: esso dipende da fattori come la genetica e le esperienze individuali. Ad esempio, il gusto amaro non ci è solitamente gradito perché ricorda i cibi andati a male: il nostro cervello li categorizza come cibo non commestibile. I sapori che troviamo piacevoli, invece, attivano una risposta positiva nel nostro cervello, aumentando il piacere del pasto e influenzando le nostre preferenze alimentari. Le papille gustative sulla lingua sono le responsabili della percezione dei sapori e inviano segnali al cervello per interpretare il gusto. Questo senso gioca un ruolo cruciale nella nostra soddisfazione culinaria e nella sensazione di sazietà dopo un pasto.
Consiglio in cucina: sperimenta sapori diversi! Aggiungi una varietà di ingredienti gustosi per creare combinazioni di sapori interessanti. Bilancia dolcezza, acidità, amarezza, salinità per creare un’esperienza gustativa bilanciata ed eccitante. Gioca con la consistenza, offrendo una combinazione di consistenze, come croccante, morbido, cremoso e croccante, per rendere il pasto più interessante.
Udito
Il suono del cibo può influire sulla percezione del gusto. I cibi croccanti come cereali, fette biscottate, patatine in busta, pop corn, sono tra quelli più adatti a farci capire come questo senso influisce nella percezione del gusto dei cibi. Sgranocchiare cibi rumorosi davanti alla tv è un’esperienza goduriosa che chiunque ha provato almeno una volta nella vita!
Consiglio in cucina: crea una crosta croccante su una pietanza o offri alimenti che producono suoni piacevoli quando vengono tagliati o masticati.
Tatto
Questo senso ci fa pensare a tutti quegli alimenti che si mangiano con le mani. Ci sono alcune culture orientali che non utilizzano posate e, per questo, possono percepire tanti piatti con questo senso. Per quanto ci riguarda, noi italiani possiamo pensare agli arancini, alla pizza, alle patatine, alle ali di pollo… Tutti cibi ghiottissimi che iniziamo a goderci dal momento in cui li prendiamo tra le dita…
Consiglio in cucina: la consistenza del cibo e la temperatura possono influire sul piacere di mangiare. Assicurati che il cibo sia cucinato al punto giusto e che abbia la giusta consistenza per il piatto che stai servendo.
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